Storia del computer

È noto quasi a tutti che fin dalla prima metà dello scorso millennio i cinesi ebbero un particolare

Abaco cinese e abaco moderno

interesse per la matematica e per l’automazione dei calcoli: esempi che possiamo ancora vedere ai giorni nostri sono abaco e pallottoliere; ma pochi sanno che fin dal XIX secolo si sono create macchine molto vicine ai moderni computer.
La macchina analitica di Charles Babbage ne è l’esempio per eccellenza: era una macchina, di grandi dimensioni, che permetteva di fare le principali operazioni matematiche e di visualizzarne il risultato grazie a delle ruote con impresse le dieci cifre, inoltre il progetto originale prevedeva un sistema per stampare su carta la cronologia dei calcoli effettuati, ma non furono trovati i fondi necessari a costruirla. Recentemente è stata realizzata una macchina analitica compresa di “stampante” funzionante seguendo i progetti originali e utilizzando solo materiali all’epoca conosciuti: secondo alcuni esperti, se si fossero trovati i fondi necessari, i moderni computer potrebbero aver visto luce molti anni prima.

Macchina analitica

Ada Lovelace, figlia del poeta inglese Lord Byron e anche vissuta nel XIX secolo, compì studi approfonditi sulla macchina analitica e scrisse il primo programma della storia, appunto per questa macchina: si tratta di una serie di istruzioni, scritte su schede perforate, per calcolare i numeri della serie di Bernoulli.
Per molti anni le istruzioni vennero scritte su schede perforate. Un esempio famoso ne è l’Eniac, anche per un preciso fatto: un giorno un insetto (in inglese bug) si infilò in una scheda perforata danneggiando gravemente la macchina, è per questo che oggi quando c’è un problema o un errore in un programma informatico si parla di bug.

Agli inizi dello scorso secolo Alan Turing descrisse una macchina (Macchina di Turing) che non faceva

Versione della macchina analitica realizzata coi Lego

solo determinate operazioni, ma tante quante ne erano descritte nei vari programmi: la macchina leggeva una serie di uni e di zeri che descrivevano i processi da fare.
Questo permetteva di sviluppare algoritmi per ogni tipo di problema, a patto di dover semplificare ogni problema in problemi più piccoli (ricorsione).
Durante la seconda guerra mondiale Turing fece parte del dipartimento di comunicazione inglese per decriptare i messaggi in codice tedeschi, i quali erano codificati dalla macchina Enigma: un insieme di servomotori che facevano variare continuamente il codice.
Turing inoltre inventò un test per verificare quando l’intelligenza artificiale sarebbe stata pari a quella umana: una persona pone una domanda e riceve una risposta da una persona reale e una dalla macchina, quando non saprà distinguerle allora l’intelligenza artificiale avrà raggiunto alti livelli.

Doodle dedicato dalla Google ad Alan Turing

È grazie a queste e a molte altre persone che oggi abbiamo tutte quelle tecnologie basate sui calcoli automatici (computer,cellulari, ma anche orologi,riscaldamento,domotica,…) e se vediamo i progressi fatti in due secoli e i progressi fatti negli ultimi dieci anni possiamo notare come ci sia una sempre più crescente evoluzione di queste tecnologie; e non solo non possiamo immaginare cosa ci sarà fra un secolo: non possiamo immaginare cosa ci sarà fra un anno!

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